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Anche chi fa da sé nel suo piccolo…

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Fish
Prima il mondo del commercio era lineare: tutto era nelle
mani dell'impresa che si procurava il materiale, organizzava il lavoro delle
persone, promuoveva e vendeva il servizio nel mercato. Questa filiera era a senso
unico, il consumatore poteva solo essere passivo.

Poi è arrivata la Consumerizzazione, che avviene
quando le informazioni partono dal consumatore e superano quelle che arrivano
dall'impresa. 
Adesso il valore è da entrambi i lati del mercato, sia
del produttore sia del consumatore, e non solo nell'Information
Technology, dove il fenomeno
mobile e social irrompe all'interno
delle imprese. 
Un settore scombussolato da questo fenomeno è quello
dell’editoria, dove i lettori un tempo erano muti, poi si sono evoluti, sono diventati e hanno cominciato a proporre contenuti.

Infatti, nei due giorni passati all'International Self Publishing
Festival
di Senigallia, promosso da Narcissus,
si è discusso su scuola, poesia, università, apps, makers, audiolibri e
giornalismo, tutto in salsa bottom-up, di energia che parte dal basso. 
Le informazioni viaggiano così anche nell’altro senso, i
piccoli che inseguono il grande, e anche loro possono creare valore.

Ma è vero valore?

Il primo istinto nel rispondere è leggere le classifiche
dei libri più venduti per osservare se c'è una corrispondenza con il
"valore". C'è da dubitare, visto che i best sellers sono appannaggio
per lo più di autori provenienti da altri mondi mediatici (molti sono
comici, cuochi, cantanti e attori). Ed è sempre più difficile trovare chi non
sa far altro che scrivere bene i libri.

Ragionando sulla coda lunga vediamo che c'è una
grandissima offerta, non ci sono più filtri editoriali. Oggi scrivono tutti: chi si sente scrittore senza esserlo; chi scrivendo si è trovato un hobby poco
costoso; chi usa la scrittura per tormentare gli altri, e chi invece viene
scoperto per qualità che non credeva di avere. 

Man mano che il digitale avanza, l’editore non serve più
per pubblicare ma per farsi trovare, e gli ebook hanno un ruolo ormai centrale
in ogni piano di sviluppo futuro.

La domanda (da parte dei lettori) e l’offerta (da parte
degli editori) sono molto più interdipendenti di un tempo. Chi l’ha intuito
s’ingegna per alimentare la domanda di un bisogno sottostante. 
Questa piccola cornice definisce il perimetro della
trasformazione che ogni impresa editoriale deve intraprendere, pena il
fallimento.

È anche il momento dei piccoli autori che hanno delle
carte da giocare, poiché è crollato quel mondo dove i pochi editori decidevano
quasi in solitudine. 

Con la Rete molto è cambiato: siamo in una situazione più confusa, reticolare e accelerata. 

La classica filiera non c’è più, ora c’è la Rete e pensiamo di poter fare
tutto con essa. Invece è un errore, bisogna usarla con alta intensità solo dopo aver prodotto l’opera.

Cambiano gli strumenti per comunicare, che danno finalmente
più potere ai piccoli, ma i fondamentali del successo sono sempre gli stessi: il
valore che gli altri ti riconoscono online dipende da come hai studiato e
lavorato nella vita offline.

Twitter: @massimochi

 

PS: Il pesce grande non mangia più i pesci
piccoli, anzi, può essere mangiato.

 

 


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